Tra le riflessioni sulla Festa del Lavoro che stiamo attentissimi a non fare emergere mai dalle bolle dello stato cosciente, le teniamo con grande attenzione, cautela, determinazione a livello sotto liminale; tra quelle non riflessioni dichiarate a noi stessi, dicevo, in una chiacchierata tra Amici mi hanno raccontato la seguente vicenda: una Onlus della Lombardia con finalità culturali organizzava delle rievocazioni storiche che duravano qualche giorno, coinvolgendo tutto quel territorio: fiere, sfilate, rappresentazioni teatrali, eventi gastronomici, conferenze, interventi nelle scuole, immaginate tutto ció che ci può tranquillamente stare dentro.
Un bel ritorno per il territorio, è abbastanza lampante.
Si finanziavano con la richiesta di contributi progettuali.
Hanno deciso di non farlo più.
Non di non scrivere più progetti: proprio di non organizzare più tutta quella faccenda.
Che vuol dire che ci perderanno i commercianti, i ristoratori, le comunità: fosse anche solo stato per l'uscire di casa e incontrarsi, che appare chiaro essere un pilastro dello stare bene.
Con un perché detto chiaramente: facevamo una cosa bellissima ma siamo un’organizzazione piccola, che alle fondazioni interessa molto poco e nel budget di progetto ci vengono imposte delle spese volte a mantenere delle professionalità a noi inutili, quando invece dobbiamo pensare, ad esempio, a stanziare risorse per la sicurezza, vista la quantità di folla che accorre: diversamente , noi dobbiamo destinare i fondi ad un project manager per la comunicazione.
Non lo facciamo più.
Ah ecco, abbiamo pensato noi.
Per quanto l’organizzazione in questione sia relativamente piccola, l’evento in questione ha un impatto sociale per quel territorio che appare indubbiamente più interessante e remunerativo di quattro poveri disabili.
E hanno rinunciato, per l'assurdità progettuale.
Non siamo stati contenti, anzi.
Però abbiamo pensato: allora non siamo scemi, lamentosi, oppressi ed esclusi, umiliati e offesi (vabbè, sì, mi è scappata la mano, me ne dolgo).
Allora certe impressioni sono comuni.
E di più: non sono nemmeno impressioni, pennellate dense e poi trasparenti, tra il verde e il blu, flutti e ninfee.
É vero e basta.
Buona Giornata.
Angela